Il web ha travolto tutto. La rivoluzione digitale in atto ormai da più di un decennio, ha cambiato definitivamente i contorni della società. L’editoria ed il giornalismo non fanno certo eccezione, è evidente a tutti. Tranne forse ad alcuni giornali.
Social e stampa non svolgono certamente le stesse funzioni, né agiscono con le medesime finalità. Tuttavia i primi hanno rubato il mestiere ai secondi. Non tanto perché fosse loro intenzione, piuttosto perché sono evidentemente cambiati i gusti e le abitudini dei lettori ed anche le modalità stesse di accesso all’informazione.
La pratica di comprare, e leggere, il giornale tutte le mattine, è oramai divenuta desueta. Lo sanno bene gli editori, lo sanno anche meglio gli edicolanti. L’appuntamento fisso con la notizia è scaduto, perché la notizia è reperibile h24, su diverse piattaforme. Il lettore non cerca di informarsi, ma viene letteralmente bombardato da decine di fonti diverse.
Sempre più spesso si sente parlare di Citizen Journalism: tutti possono raccontare il mondo e tutti ne hanno i mezzi. I tempi e i modi di produrre ed usufruire della notizia sono cambiati: il titolo contiene tutte le informazioni necessarie, l’immagine, anche la più vaga, fornisce tutti i dettagli richiesti. Approfondimenti e analisi non sono particolarmente ricercati, l’opinione di chi produce la notizia è diventata centrale.
Ma quindi tutto questo ha definitivamente soppiantato il giornalismo tradizionale? Assolutamente no.
Il giornalismo mantiene ancora intatta tutta la propria autorevolezza. I giornalisti sono ancora professionisti che sanno come raccontare una notizia e sono responsabili delle proprie azioni: controllo, verifica e tutela delle fonti, sono pratiche che sui social non sono assolutamente contemplate.
Anche dal punto di vista dalla comunicazione aziendale il paradigma è attuale: se da un lato tramite i social è possibile intercettare un pubblico più ampio, dall’altro l’informazione a mezzo stampa rimane la più incisiva e la più attendibile. Social e stampa quindi non sono in antitesi, ma svolgono funzioni diverse, che possono essere complementari. Combinare insieme questi due strumenti si rivela quindi un’arma di incredibile efficacia.